L'attività vulcanica dell'Etna

02.11.2008 18:03
 

 
L'Etna è un vulcano attivo. A differenza dello Stromboli che è in perenne attività e del Vesuvio che alterna periodi di quiescenza a periodi di attività parossistica esso appare sempre sovrastato da un pennacchio di fumo. A periodi abbastanza ravvicinati entra in eruzione iniziando in genere con un periodo di degassamento ed emissione di cenere vulcanica a cui fa seguito un emissione di magma abbastanza fluido all'origine. Talvolta vi sono dei periodi di attività stromboliana che attirano folle di visitatori d'ogni parte del mondo a causa della loro spettacolarità. In genere le eruzioni dell'Etna pur fortemente distruttive delle cose, non lo sono per le persone se si eccettuano i casi fortuiti o di palese imprudenza come quello dell'improvvisa esplosione di massi del 1979 che uccise nove turisti e ne ferì una decina di altri avventuratisi fino al cratere appena spento. A memoria storica si ricordano centinaia di eruzioni di cui alcune fortemente distruttive.

 Lo tsunami del VII millennio a.C

È stata recentemente documentata una gigantesca frana che precipitò verso il mar Jonio circa 8000 anni a.C., demolendo circa 1/10 del cono sommitale del vulcano e provocando un immane tsunami verso il Mediterraneo orientale e sud orientale[1]. Lo Stretto di Messina avrebbe invece fatto da barriera allo tsunami verso il Mediterraneo occidentale. Non è ancora chiaro se la frana sia stata provocata da un'eruzione o da un terremoto.
Le prove sono state raccolte attraverso sondaggi stratigrafici dei fondali; le coste attuali invece non manterrebbero traccia dello tsunami, a causa dell'elevazione del livello del mare seguita all'ultima deglaciazione.
La simulazione al computer dell'evento catastrofico mostra l'onda di tsunami che in 4 ore si diffonde attraverso lo Jonio - prima verso la Calabria, con onde di 40 metri, poi verso l'Albania e la Grecia occidentale, con onde di 13-15 metri, poi raggiungendo Egitto e Libia verso sud con ondate di 8-13 metri, arrivando infine alle coste più orientali del Mediterraneo (Libano, Israele - dove è attestata una traccia dell'effetto dello tsunami su insediamenti umani - e Siria) con ondate da "soli" 4 metri.
A questa catastrofe potrebbe riferirsi la memoria della distruzione di Atlantide, citata da Platone come informazione ricevuta dai sacerdoti egiziani (il che confermerebbe, per inciso, l'ipotesi della localizzazione delle Colonne d'Ercole nello Stretto di Sicilia avanzata nella ricerca di Sergio Frau).

Eruzioni notevoli in periodo storico 

L'eruzione più lunga a memoria storica è quella del luglio 1614 che durò ben dieci anni ed emise oltre un miliardo di metri cubi di lava coprendo 21 chilometri quadrati di superficie sul versante settentrionale del vulcano. Le colate ebbero origine a quota 2550 e presentarono la caratteristica particolare di ingrottarsi ed emergere poi molto più a valle fino alla quota più bassa di 975 m.s.l.m. , al di sopra comunque dei centri abitati. Lo svuotamento dei condotti di ingrottamento originò tutta una serie di grotte laviche oggi visitabili come la Grotta del Gelo e la Grotta dei Lamponi.

Nel 1669 avvenne l'eruzione più conosciuta e distruttiva che raggiunse e superò dal lato occidentale la città di Catania distruggendone la parte esterna alle mura, circondando il Castello Ursino che sorgeva su uno sperone roccioso allungato sul mare e superandolo creò oltre un chilometro di nuova terraferma. L'eruzione fu annunciata da un fortissimo boato e da un terremoto che distrusse Nicolosi e danneggiò Trecastagni, Pedara, Mascalucia e Gravina. Poi si aprì una enorme fenditura a partire dalla zona sommitale e sopra Nicolosi iniziò l'emissione di un'enorme quantità di lava. Il gigantesco fronte lavico avanzò inesorabilmente seppellendo Malpasso, Mompilieri, Camporotondo, San Pietro Clarenza, San Giovanni Galermo (oggi frazione di Catania) e Misterbianco oltre a villaggi minori dirigendosi verso il mare; si formarono i due coni piroclastici che oggi sono denominati Monti Rossi e si trovano a Nord di Nicolosi. L'eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 950 milioni di metri cubi.

L'eruzione del 1669 secondo Giacinto PlataniaNel 1928, i primi di novembre, iniziò l'eruzione più distruttiva del XX secolo che portò, in pochi giorni, alla distruzione della cittadina di Mascali. La colata fuoriuscì da diverse bocche laterali sul versante orientale del vulcano e prima di distruggere Mascali minacciò anche Sant'Alfio e Nunziata.

L'eruzione del 5 Aprile del 1971 ebbe inizio a quota 3050 da una voragine dalla quale l'emissione di prodotti piroclastici formò l'attuale cono sub-terminale di Sud-est. Vennero distrutti l'osservatorio Vulcanologico e la Funivia dell'Etna. Ai primi di maggio si aprì una lunga fenditura a quota 1800 m.s.l.m. che raggiunse Fornazzo e minacciò Milo. La lava emessa fu di 75 milioni di metri cubi.

L'eruzione del 1981 ebbe inizio il 17 marzo e si rivelò abbastanza minacciosa; in appena poche ore si aprirono fenditure da quota 2550 via via fino a 1140 : Le lave emesse, molto fluide raggiunsero e tagliarono la Ferrovia Circumetnea e un braccio si arrestò appena 200 metri prima di Randazzo. Un altro proseguendo tagliò la strada provinciale e la Ferrovia Taormina Randazzo delle Ferrovie dello Stato proseguendo fino alle sponde del fiume Alcantara. Si temette un disastro ecologico per tutta la pittoresca e fertile vallata, ma la furia del vulcano si arrestò alla quota di 600 mt.

Il 1983 è da ricordare oltre che per la durata dell'eruzione, 131 giorni , con 100 milioni di mc. di lava emessi e per la distruzione ulteriore di impianti sportivi e della funivia dell'Etna anche per il primo tentativo al mondo di deviazione per mezzo di esplosivo della colata lavica. L'eruzione si presentava abbastanza imprevedibile con numerosi ingrottamenti ed emersioni di lava fluida a valle che fecero temere per i centri abitati di Ragalna, Belpasso e Nicolosi. Pur tra molte polemiche, e divergenze tra gli studiosi, vennero praticati, con enormi sacrifici umani date le altissime temperature che arrivavano a rovinare le punte da foratura, decine e decine di fornelli nei quali gli artificieri immisero delle cariche che vennero fatte esplodere tutte in una volta. La colata venne deviata ma il successo fu solo tecnico. L'eruzione ebbe termine ben presto.

Il 14 dicembre del 1991 ebbe inizio la più lunga eruzione del XX secolo (473 giorni) con l'apertura di una frattura eruttiva alla base del cratere di Sud-est, alle quote da 3100 mt a 2400 mt. s.l.m. in direzione della Valle del Bove. L'esteso campo lavico ricoperse la zona detta del Trifoglietto e si diresse verso il Salto della Giumenta che superò il 25 dicembre 1991 dirigendosi verso la Val Calanna. La situazione venne giudicata pericolosa per la città di Zafferana Etnea e pertanto venne messa in opera con un vero tour de force una strategia di contenimento concertata tra la Protezione civile e il Genio dell'Esercito. In 20 giorni venne eretto un argine di venti metri d'altezza che per due mesi resse la spinta del fronte lavico che non avanzò più ulteriormente oltre. La tecnica dell'erezione di barriere in terra per mezzo di lavoro ininterrotto di grandi ruspe ed escavatori a cucchiaio si è rivelata efficace anche nel tentativo di salvataggio del Rifugio Sapienza nel corso dell'eruzione 2001, ed è stata oggetto di studio da parte di equipes internazionali e giapponesi.

 Cronologia delle eruzioni in periodo storico  

La "Valle del Bove"
La cima dell'Etna, in basso i resti di un rifugio ricoperto dalla colata del 2002XIII secolo AC -
123 a.C. - Viene distrutta la città di Catania.
394 a.C. - Investì il territorio a nord di Acireale (Bosco d'Aci).
475 DC -
1169 - Distrutta Catania;
1329 - Una parte della colata invase il territorio di Mascali mentre l'altra si spinse a nord di Acireale. Una terza colata minacciò Catania;
1381 - Raggiunse Catania coprendo il porto di Ognina e seppellendo il fiume omonimo;
1408 - Investì Pedara e Trecastagni;
1444 - Minacciò Catania;
1556 - La lava giunse fino a Linguaglossa;
1614 - L'eruzione più lunga del periodo storico;
1669 - Lava dai Monti Rossi,a nord di Nicolosi. Distrutti: Belpasso e altri tredici comuni; raggiunta e circondata Catania; creata nuova terraferma per alcuni chilometri a sud-ovest della città; scompare il fiume Amenano e il Lago di Nicito
1910 - minacciò Belpasso.
1928 - Eruzione di Mascali: distruzione della città di Mascali, interruzione della Ferrovia Circumetnea, della ferrovia Messina-Catania e della Strada Statale 114 Orientale Sicula.
1947 -
1950-1951 - Eruzione a nord di Milo: durò 372 giorni con l'emissione di 171 milioni di metri cubi di lava da quota 2800 e 2250 m.s.l.m. est;
1971 - Dal 5 aprile al 7 maggio diverse bocche intorno a quota 3000 sul fianco del cratere di sud est. Dal 7 maggio al 12 giugno, ben 7 fessure da quota 2800 a quota 1800 nella valle del Leone. La colata che partì dalla quota più bassa, appena sopra il rifugio Citelli, spinse un imponente fronte lavico fino ai margini dell'abitato di Fornazzo (Milo);
1979 -
1981 - L'eruzione di Randazzo, che lambì la periferia e interruppe la Circumetnea e la statale Linguaglossa-Randazzo.
1983 - Il primo tentativo al mondo di deviare una colata lavica con l'uso di esplosivi;
1991 -
1992 - L'eruzione di Zafferana, una delle più lunghe ed importanti fra quelle recenti;
2000 -
2001-2002 - Una grande eruzione che fu vista anche dallo spazio. La polvere dell'eruzione giunse anche in Libia;
2004 - Eruzione del cratere di Sud-Est;
2006 - Eruzione del cratere di Sud-Est.

 Turismo e ambiente 

Il territorio del vulcano è tutto un mondo di ambienti differenti per morfologia e tipologia. Coltivato fino ai mille metri s.l.m. e fortemente urbanizzato sui versanti est e sud si presenta selvaggio e brullo soprattutto dal lato ovest dove dai mille metri in poi predominano le "sciare", specie nella zona di Bronte. Poco urbanizzato, ma di aspetto più dolce il versante nord con il predominio dei boschi al di sopra di Linguaglossa. Il versante est è dominato dall'aspetto inquietante della Valle del Bove sui margini della quale si inerpicano i fitti boschi. Al di sopra dei 1500 m, in inverno, è presente la neve che spesso dura fin quasi all'estate. Questa è raggiungibile agevolmente dai versanti sud e nord. Di conseguenza sull'Etna si trovavano anche due stazioni sciistiche la cui particolarità è quella di poter sciare sulla neve potendo osservare il mare. Da quella Sud del Rifugio Sapienza, nel territorio di Nicolosi, è possibile ammirare tutto il golfo di Catania e la valle del Simeto. Nelle piste a Nord, quelle di Piano Provenzana in territorio di Linguaglossa, lo scenario che si apre d'innanzi comprende Taormina e le coste della Calabria. Le piste di Nicolosi sono state danneggiate dall'eruzione dell'estate del 2001, quando una colata lavica ha distrutto la stazione d'arrivo della funivia ed il centro servizi passando a pochi metri dallo stesso "Rifugio Sapienza". Le piste di Piano Provenzana sono state colpite dalla colata dell'Autunno del 2002.

L'Etna visto da sud in autunnoNegli anni settanta del XX secolo le piste del versante sud, Nicolosi, sono state protagoniste della "Tre giorni Internazionale dell'Etna" gara di sci alpino che vedeva alla partenza i grandi nomi dello sci alla fine delle gare della coppa del mondo.Poi con il passare degli anni e con l'avvento del professionismo esasperato in tutte le discipline sportive, questa gara non ha più avuto luogo.

L'Etna è anche meta ininterrotta delle visite di turisti interessati al vulcano e alle sue manifestazioni in virtu' del fatto che è uno dei pochi vulcani attivi al mondo ad essere a portata di mano di chiunque avendo a supporto ogni tipo di mezzo di comunicazione per raggiungerlo. Sono presenti infatti anche guide specializzate e mezzi fuoristrada che in sicurezza portano fino ai crateri sommitali. Il circondario ha caratteristiche che ne rendono le terre ottime per produzioni agricole, grazie alla particolare fertilità dei detriti vulcanici. La zona abitata giunge fino ai 900 m.s.l.m. mentre le zone coltivate e boschive vanno fin oltre i 1500 metri. Ampie parti delle sue pendici sono comprese nell'omonimo parco naturale che è meta di turisti amanti della natura e di un sano relax.

Nel dialetto Catanese il vulcano è chiamato anche semplicemente 'a muntagna.

Sport 

Sulle strade del versante sud si disputa, sin dal 1925, una gara automobilistica, la Catania-Etna che una volta partiva da Catania; per motivi di sicurezza al giorno d'oggi ha inizio a nord di Nicolosi.
Il 22 maggio 1989 la 2^ tappa del Giro d'Italia 1989 si è conclusa sull'Etna con la vittoria del portoghese Acácio da Silva.
Dal 2004, il vulcano è sede della SuperMaratona dell'Etna, unica maratona al mondo ad avere tremila metri di dislivello. La manifestazione sportiva parte dalla spiaggia di Marina di Cottone sul livello del mare e si conclude - appunto - sul vulcano a quota tremila.

Sull'Etna è inoltre possibile praticare sport invernali: sci, sci di fondo, scialpinismo e snowboard. L'innevamento garantisce l'apertura delle due stazioni sciistiche presenti (una nel versante sud e l'altra in quello nord) da meta' dicembre a meta' aprile. Viene comunque praticato lo scialpinismo fino alla fine della primavera. Nel versante sud (Rifugio Sapienza, Nicolosi) si puo' usufruire di una cabinovia, di una seggiovia e di uno skilift, godendo dello splendido panorama sul Golfo di Catania. Mentre il versante nord (Piano Provenzana, Linguaglossa) è dotato di due skilift, ma sono iniziati i lavori per la costruzione di una seggiovia. Il panorama del versante nord offre una strepitosa visuale su Taormina, lo Stretto di Messina e le Isole Eolie. In questo versante si segnala inoltre la presenza di uno snowpark, preso d'assalto dagli snowboarder di Sicilia e Calabria. Entrambe le stazioni sciistiche hanno subito, in due eruzioni differenti, la quasi totale distruzione delle strutture da parte della lava. In pochi anni pero' si è riuscito a garantire nuovamente l'apertura, parziale, degli impianti

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